mercoledì 1 agosto 2012

Detachment

There is no you, there is only me.
A barattare un po' di sana e puzzolente realtà con i miei luccicanti sogni sono sempre stato un asso.

Hai lasciato il tuo lavoro sicuro e ora il nulla è lì davanti a te, e freme dalla voglia di saltarti addosso per farti sentire tutto il suo peso. Son scelte di campo, aveva ragione Cartesio.
Sono pronto. Poche, semplici regole: accantona per un anno tutto ciò che sia dispendioso. Metti sempre te davanti al resto. Immergiti nella storia, studia ogni singolo giorno, anche se non basterà. Rimettiti in sesto, abbandona l'idea di soddisfare chiunque. Ci sei per una chiacchierata? NO. Attività fisica, bello. Ogni singolo giorno. La costanza è avere una voce la mattina che ti urla nell'orecchio: alzati, o ti deluderai. Conquista il tuo ordine, e fai tutto questo con il sorriso sulle labbra. Se non riesci ad essere sereno, fa che il tuo sorriso si trasformi in un ghigno di rabbia. La devi mordere ai polpacci, la vita. La devi prendere a botte finché non sanguina nero, quando sarà caduta a terra.
Guardati in faccia: ce la puoi fare. Cazzo, sì, ce la puoi fare.
Sarai solo, non sarà un problema. Qualche riga, qualche canzone, ti terranno in piedi. Se non ci credi tu, non ci crede nessuno. Se non ci credi tu, non ci crede nessuno. Se tu ti lamenti, gli altri diranno che è uno schifo senza speranza. Se tu desisti, gli altri diranno che era impossibile.Se tu rinunci, gli altri ti giustificheranno.
E' lungo, un anno. Guardami: ce la puoi fare.
Distacco, ci vuole. Da ogni cosa a partire da quella che più ti distrae. Da ogni cosa a partire da quella più vicina. Presente a te stesso, distaccato dal mondo, il contrario di Camus.
Henry Bartes è il tuo obiettivo. Tu, nei panni di Henry Bartes. Tu, nei panni di te stesso guardando a Henry Bartes. Guardami, guardati: ce la puoi fare.

Avanti, vediamo se era tutto un bluff.